Spesa sanitaria privata in aumento: italiani sempre più propensi alla sanità integrativa
Liste d’attesa sempre più lunghe e gli italiani fanno ricorso al welfare fai da te.
È arrivata a quota 34,5 miliardi di euro la spesa sanitaria privata nel 2015.
Rispetto all’aumento della spesa per consumi delle famiglie, che è stato dell’1,7% tra il 2013 ed il 2015, quello per la spesa sanitaria è stato circa il doppio, +3,2%.
Ciò vuol dire che, nel bilancio famigliare, il capitolo “sanità” ha inciso molto più di altre voci.
La fotografia di Censis-Rbm conferma una tendenza che si sta ormai consolidando: per curarsi, sempre più famiglie cercano di bypassare le lunghe liste d’attesa nel pubblico rivolgendosi direttamente al privato.
Spesa sanitaria privata: il 72% la sceglie a causa delle liste d’attesa
Secondo i dati forniti dal Censis, nel 2015 sono stati 10,2 milioni gli italiani che hanno fatto ricorso alla sanità privata, e di questi il 72,6% a causa delle liste d’attesa, che nel servizio sanitario pubblico si allungano.
Restando sui dati, vediamo che 7,1 milioni hanno fatto ricorso all’intramoenia (il 66,4% sempre per evitare le lunghe liste d’attesa). E ancora, il 30,2% si è rivolto alla sanità a pagamento.
Tra le motivazioni, c’è anche la maggiore disponibilità del privato a lavorare nel pomeriggio, la sera e nei weekend.
E poi c’è il capitolo della sanità negata, ovvero di chi ha rinviato o rinunciato a prestazioni sanitarie a causa delle difficoltà economiche. Erano 9 milioni nel 2012, sono diventati 11 nel 2016. Il fenomeno riguarda, in particolare, 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di millennials.
Non da ultimo, chi si rivolge al Servizio sanitario pubblico, non sempre torna a casa con una buona opinione. Per il 45,1% degli italiani la qualità nella propria regione è peggiorata negli ultimi due anni, mentre per il 52% il servizio sanitario della propria Regione è inadeguato. La maggiore criticità è sempre quella delle liste d’attesa.
Dall’indagine emergono, dunque, tre punti che caratterizzano la situazione generale:
- Per gli italiani è ormai un’abitudine quella di pagar di tasca propria per le prestazioni sanitarie, per bypassare le liste d’attesa;
- Una buona fetta di cittadini rinuncia addirittura alle cure o le rimanda, a causa dei costi elevati del privato;
- Chi si rivolge comunque al servizio sanitario pubblico, spesso non è contento di ciò che trova.
C’è una soluzione possibile per arginare il fenomeno della crescita della spesa sanitaria privata o, addirittura, della rinuncia alle cure?
Un’alternativa alla spesa sanitaria privata: la sanità integrativa
Un’alternativa al welfare fai da te può essere la sanità integrativa, indicata anche dal Ministero della Salute come pilastro complementare rispetto al pubblico, in particolare nella forma dei Fondi sanitari integrativi.
Ci sono diverse formule di sanità integrativa. Si tratta di un sistema che, pur declinato in vari modi, consente alle famiglie di accedere a prestazioni sanitarie erogate anche da enti privati accreditati, senza i costi della sanità privata, che vengono coperti, del tutto o in parte, dalla formula di sanità integrativa a cui si è aderito.
Si può così beneficiare di una prestazione di qualità, in tempi rapidi perché non ci si deve confrontare con le lunghe liste d’attesa del pubblico, riducendo al contempo la spesa sanitaria privata.
Facciamo un esempio generico, per capire come funziona il meccanismo.
Una delle prestazioni sanitarie che viene tagliata in momenti di difficoltà è quella del dentista, su cui, per altro, la copertura pubblica è limitata solo ad alcune categorie.
Senza sanità integrativa, la persona che ne ha bisogno o paga del tutto visita ed interventi, oppure ci rinuncia.
Se invece ha una copertura, i costi vengono rimborsati, in tutto o in parte, e quindi si può beneficiare della prestazione riducendo gli oneri.
Anche in Italia, dove storicamente il welfare state è sempre stato molto generoso, i tempi sembrano maturi per un cambio di approccio anche da parte delle famiglie, che sembrano sempre più propense alla sanità integrativa.
La stessa ricerca del Censis sottolinea che più della metà degli italiani pensa inoltre che chi può permettersi una polizza sanitaria o lavora in un settore in cui è disponibile la sanità integrativa dovrebbe stipularla e aderire.
Quali sono i benefici? Tra gli aderenti alla sanità integrativa, il Censis rivela che il 30,7% lo ha fatto perché spendeva troppo di tasca propria, e ora risparmia, e il 25% perché la copertura è estendibile a tutta la famiglia.